In più di cinque secoli sulle pareti rocciose del Monte Cornón in Val di Fiemme, sopra i paesi di Tesero, Panchià, Ziano di Fiemme e Predazzo, sono stati lasciati quasi 48mila messaggi dai pastori che pascolavano pecore e capre affidate loro dai contadini del fondovalle. Scritte e segni che sono arrivati fino a noi perché i custodi delle greggi li hanno dipinti usando dell’ocra rossa reperibile sulla stessa montagna - il ból o ból de bèssa, di pecora -, chiamato così perché in passato serviva a contrassegnare le pecore. Per fissare il colore sulla roccia si avvalevano del latte di ovini o caprini mescolato all’ocra rossa. La scritta più antica è di data incerta, fra il 1430 e il 1470.  Ora la ricerca compiuta dal Museo di San Michele all'Adige viene raccolta in un volume dal titolo “Sguardi sulle scritte dei pastori”, che verrà presentato oggi 29 marzo alle 17.30 nelle sale del museo.
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