Il Mart Museo di arte moderna e contemporanea dedica il Focus ad "Arturo Nathan. Il contemplatore solitario". In esposizione fino al 1 maggio 23 opere che ripercorrono una carriera artistica, quella del pittore triestino, conclusa prematuramente, nella quale elementi metafisici convivono con le atmosfere sospese del Realismo magico. Nato nel 1891, Arturo Nathan si avvicina da autodidatta alla pittura. Nel 1925 conosce a Roma Giorgio de Chirico, le cui atmosfere sospese e di mistero insieme all’amore per il passato classico ispirano la sua ricerca. Tra il 1926 e il 1929 si avvicina al post-espressionismo e al Realismo magico. Partecipa a numerose mostre e nel 1929 tiene la sua prima personale a Milano. Nel 1938 alle politiche di discriminazione razziale imposte dal regime fascista consegue la “scomparsa artistica” di Nathan. L’ultima opera, "L’attesa", è del 1940 e raffigura un uomo di spalle contro un tramonto infuocato. Nello stesso anno, l’artista è costretto al confino, nelle Marche e in seguito al campo di prigionia di Carpi. Nel 1944 la deportazione, prima nel campo di concentramento di Bergen Belsen e poi in quello di Biberach am Riss, dove muore il 25 novembre 1944.
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