Oltre 40mila fotografie scattate da 60 fototrappole svelano la vita segreta degli animali presenti nei boschi del Trentino: dallo sciacallo dorato, ripreso per la prima volta alle pendici del monte Gazza, a mamma camoscio con i suoi piccoli, dal giovane orso a volpi, tassi, lepri e faine. Ogni estate le ricercatrici e i ricercatori del Museo delle scienze di Trento, in collaborazione con il Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, il Parco Naturale Adamello Brenta e il Servizio Faunistico della Provincia di Trento, monitorano le abitudini, movimenti e diffusione della fauna selvatica trentina. In loro aiuto, 60 fototrappole posizionate lungo la rete sentieristica per “catturare” le immagini degli animali senza disturbare o alterare il loro comportamento. Le apparecchiature sono distribuite in maniera uniforme in un territorio di oltre 200 chilometri quadrati che comprende Parco Naturale Adamello Brenta. Durante l'autunno lo studio prosegue verso est, nel Parco Naturale di Paneveggio Pale di San Martino, dove lo scorso anno è stato fotografato dal MUSE il primo gatto selvatico del Trentino orientale.Gl
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