Insediata in Progetto Manifattura, l’incubatore green-tech di Trentino Sviluppo, sta sperimentando in Puglia un guscio organico per l’incapsulamento degli agrofarmaci
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Da qualche mese c’è anche una startup trentina impegnata in prima linea per contrastare l’inquinamento ambientale causato dall’uso eccessivo di diserbanti, pesticidi e insetticidi. Si chiama Nanomnia, è stata fondata dai biotecnologi veronesi Marta Bonaconsa, Michele Bovi e Pietro Vaccari, ed è insediata in Progetto Manifattura a Rovereto, l’hub delle green-tech di Trentino Sviluppo. L’azienda ha brevettato un guscio organico per l’incapsulamento degli agrofarmaci: una tecnologia innovativa fa sì che la pianta malata riconosca il trattamento antiparassitario che le viene applicato come una parte di sé stessa e pertanto lo inglobi, riducendo il rischio di rigetto, facilitandone l’assimilazione e permettendo di utilizzare dosaggi fino a 100 volte inferiori rispetto agli standard tradizionali.