L'etica nella transizione digitale, il convegno a Trento
“Alla transizione digitale serve un’anima etica, perché l’uomo non è un codice binario”. E’ il messaggio lanciato dall'arcivescono di Trento Lauro Tisi durante il convegno di oggi al Castello del Buonconsiglio su “Transizione digitale tra etica ed innovazione”. “Nasciamo ‘analogici’, non ‘digitali’ e la nostra realtà è fatta di immagini, volti, esperienze, emozioni che il dato numerico non potrà mai contenere ed esaurire”. La riflessione del vescovo è stata raccolta dall’assessore provinciale allo sviluppo economico, ricerca e lavoro, Achille Spinelli, che nel suo intervento ha voluto ribadire valori ed obiettivi della transizione digitale: “Lo sviluppo tecnologico deve accompagnarsi alla sensibilità verso la persona, così come la digitalizzazione dovrà garantire crescita del territorio e sviluppo sociale”. Intanto prosegue la transizione digitale del Trentino. Gli obiettivi del Distretto Trentino Digitale 2026 prevedono di diffondere l’identità digitale, almeno all’80% della popolazione; erogare il 100% dei servizi pubblici fondamentali attraverso il canale online; e raggiungere il 100% delle famiglie e delle imprese italiane con reti a banda ultra-larga.
La “Meneghina” di Capriana è venerabile, si avvicina la beatificazione
Maria Domenica Lazzeri, la “Meneghina” di Capriana, al confine tra la val di Cembra e la val di Fiemme, è venerabile. Papa Francesco ne ha riconosciuto infatti le virtù eroiche. Si avvicina quindi la sua beatificazione. L’”eroismo” della Meneghina, a cui è legata una devozione popolare molto diffusa, si deve in particolare alle condizioni di salute particolarmente precarie nelle quali la giovane trascorse buona parte della sua breve esistenza. Nacque nel 1815 e morì nel 1848, all'età di 33 anni. Maria Domenica si recava con la madre ad assistere i malati colpiti da gravi forme febbrili in una pandemia del 1833. Anche le due donne contrassero il morbo. Ma mentre la madre guarì, Maria Domenica invece non si alzò più dal letto, identificandosi sempre più, anche nelle stigmate, con Cristo crocifisso, tanto da essere anche chiamata l’”Addolorata di Capriana”. Soddisfatta per il riconoscimento del papa la Diocesi di Trento: "La nostra Chiesa gioisce per questa sua figlia che ha saputo offrire una testimonianza unica di dedizione agli altri e di umiltà" commenta l'arcivescovo Lauro.