Il gip ha disposto un supplemento di perizia, affidandola al comandante del Ris di Parma, Giampietro Lago, per spiegare l’anomala concentrazione del Dna trovato nel campione di urina del marciatore altoatesino Alex Schwazer, risultato positivo al doping. Era stata la difesa dell’atleta, che da sempre sostiene l’ipotesi del complotto, a chiederlo. Il giudice ha osservato che tra le varie ipotesi sul piatto, quella della manipolazione è l’unica suffragata da elementi indiziari e resa possibile da gravi vizi, già accertati, della catena di custodia.